Legge 155/2017: guida per imprese su adempimenti, costi e benefici

La legge 155/2017 ha portato alla riforma della crisi d’impresa. Quali sono gli adempimenti per le aziende? E quale il rapporto costi-benefici?

La riforma della crisi d’impresa ha inizio lo scorso 2017 in primis con la legge delega 155/2017 e successivamente con il decreto attuativo n. 14 del 12 gennaio 2019.

È da considerarsi un cambiamento a tutto tondo che coinvolge normativa, organizzazione e cultura delle imprese. Oltre ad essere rivisti tutti gli istituti concorsuali e preconcorsuali, vengono rivisti in modo sostanziale anche parte delle disposizioni del codice civile contenute nel libro V, libro fondamentale per la normativa di imprese e società.

Nello specifico vengono rivisti i seguenti titoli contenuti nel libro V del codice civile:

  • Titolo II riguardante gli assetti organizzativi dell’impresa;
  • Titolo V relativo agli assetti organizzativi societari, la responsabilità degli amministratori, la nomina degli organi di controllo nelle società a responsabilità limitata, le cause di scioglimento delle società per azioni;
  • Titolo VI inerente la disciplina dell’insolvenza delle società cooperative.

Adempimenti della legge 155/2017

Uno dei focus principali della riforma della crisi d’impresa è quello di far emergere in modo tempestivo lo stato di crisi.

A tal proposito assume particolare importanza l’articolo 375, il quale recita quanto segue: “L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

Appare evidente come riformulando l’articolo 2086 del c.c. e, nello specifico, inserendo il comma 2, vengono chiariti e ben definiti gli obblighi a carico dell’imprenditore circa la costituzione di un adeguato assetto amministrativo, la prevenzione della crisi e il recupero della continuità aziendale. Principi, questi, fondamentali e cardini della gestione dell’impresa stessa.

Occorre quindi cercare da un lato di prevenire, e dall’altro di gestire un’eventuale fase di crisi, mettendo prontamente in atto tutte le azioni idonee a porre rimedio allo stato di crisi. Ciò costituisce un importante obiettivo non solo per il bene dell’azienda, ma anche per quello di tutti i portatori di interesse che si relazionano con l’azienda stessa.

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Riforma crisi d’impresa: quali sono i costi per l’azienda?

Ricapitolando, si richiede agli imprenditori di rivedere la propria impresa, i propri piani, la propria struttura, la circolazione dei flussi informativi, nonché di affacciarsi a un’ottica di visione prospettica. Ciò vuol dire fare investimenti in termini di tempo, energia, magari nuove figure e, di conseguenza, sostenere costi. Costi che dipendono dalla dimensione dell’impresa, dalla sua complessità e dallo stato iniziale in cui si trova.

I costi nei quali un’impresa potrà e dovrà imbattersi sono riconducibili a:

  • investimenti in software;
  • acquisizione di competenze di gestione del rischio;
  • formazione per il personale dipendente;
  • costi per nuove strutture di controllo o revisione.

Per l’azienda risulta di fondamentale importanza dotarsi di strumenti informatici che la aiutino e la supportino nell’individuazione di tutti quei segnali che sono indizi della crisi e che possono minare la continuità aziendale.

Legge 155/2017: i benefici per l’impresa

Adeguare la propria struttura ed effettuare il cambio di rotta fin qui descritto non deve essere visto dall’imprenditore come una ulteriore inutile formalità burocratica. Se da un lato si dovranno affrontare costi e periodi di rivoluzioni e cambiamenti interni, dall’altro ogni azienda avrà dei benefici sia diretti sia indiretti. Alcuni benefici possono essere:

  • Rapporto impresa-banca e accesso al credito. A seguito dell’entrata in vigore di Basilea 3, il regime di gestione dei crediti da parte delle banche è sempre più prudente e viene richiesta alle aziende una appropriata pianificazione finanziaria.
  • Beneficio del controllo di gestione. L’introduzione di un efficace controllo di gestione permette all’azienda di avere una accurata pianificazione economico finanziaria, capire quando e se vi potrebbe essere una necessità di cassa, identificare le linee di produzione ed i prodotti che generano più o meno profitto.
  • Superamento della crisi. L’assetto richiesto dalla legge 155 permette di capire in anticipo lo stato di crisi e, di conseguenza, adottare tempestive azioni per far ritornare l’impresa in bonis e permettere il proseguimento della sua attività.
  • Giorni di pagamento fatture. Uno degli indicatori di crisi è il reiterato e importante ritardo nei pagamenti. Sensibilizzare le imprese a ridurre i tempi con cui saldano le fatture porterebbe dei benefici ad aziende sane che hanno ben organizzato la propria gestione dei flussi di tesoreria.

Conclusione

Risulta evidente l’importanza di implementare un’adeguata struttura di controllo di gestione che permetta di supportare l’imprenditore nell’individuazione dei segnali di crisi. Tuttavia per molte aziende non sarà così facile adattarsi, in parte per cultura in parte per problemi legati al costo di creare internamente un’apposita struttura dedicata.

Un’ottima alternativa in termini di costi benefici è quella di avvalersi di società esterne che possano fare la medesima attività con competenza e diligenza. Re-Solution Hub Società Benefit nasce proprio per aiutare ed affiancare le aziende ad affrontare questo importante cambiamento.

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