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lo scenario

Sostituire il proprio fornitore di energia non è un’attività semplice e veloce e da quando si è inasprito il conflitto Russia-Ucraina la situazione è degenerata progressivamente in una crisi dei prezzi. Negli ultimi mesi il caro bollette ha accresciuto la “povertà energetica” delle famiglie italiane ed in molti non possono più permettersi di riscaldare o illuminare sufficientemente i luoghi in cui vivono.

Lo scenario è sfavorevole per il comparto energetico italiano che comunque risulta molto dipendente dalla fornitura estera. Il costo per le aziende derivante dalle scelte pregresse di politica energetica del Paese, aggravate dalla crisi in essere, si sta dimostrando molto alto.

Il fenomeno veicolato dai media come “caro bollette” potrebbe abbattersi come una scure sulle aziende e di conseguenza sulle famiglie italiane, con una previsione che vede un terzo dei posti di lavoro nei settori più energivori fortemente a rischio.
Il prezzo dell’elettricità al netto della tassazione a gennaio è stato uno dei più alti d’Europa, secondo solo di pochi megawattora alla Spagna. L’incremento dei prezzi dell’elettricità non è quindi che un chiaro riflesso dell’aumento del prezzo del gas sui mercati.

Il governo e la crisi energetica

L’Italia inoltre sconta una pressione fiscale sul prezzo finale molto alta, la seconda più alta in Europa e questo dato, sommato ai precedenti, porta il Bel Paese ad essere uno degli stati europei con i prezzi finali al consumo tra i più elevati anche nel secondo trimestre 2022.



Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, per far fronte a questa emergenza, lo scorso 2 maggio ha stanziato un pacchetto di misure volte a proteggere le imprese e le famiglie dall’aumento dei costi energetici per mantenere vive le prospettive di crescita della terza economia della zona euro.
Si tratta di 14 miliardi di euro che vanno a coprire garanzie statali sui prestiti bancari fino a un “bonus” una tantum di 200 euro per milioni di italiani a basso e medio reddito.
Queste misure costituiscono il Dlgs. 17/2022, detto anche decreto energia o decreto bollette. La somma degli interventi che verranno e vengono messi in atto dal nostro governo ammonterà complessivamente a circa 29 miliardi di euro.
Il nuovo stanziamento si aggiunge infatti ai provvedimenti già messi a bilancio da gennaio per aiutare imprese e famiglie a far fronte alle spese di elettricità, gas e benzina.
L’Italia è quindi il paese che ha speso di più per far fronte alla crisi (quasi l’1% del PIL), seguita da Francia (0,7%), Spagna (0,53%) e solo all’ultimo posto la Germania (0,24%).
Il pacchetto include anche misure volte a superare la dipendenza dell’Italia dal gas russo entro la metà del 2024.

Il piano energetico tra luci e ombre

Gli investimenti green di questo decreto per favorire una crescita sostenibile e l’indipendenza energetica consistono nello snellimento degli iter autorizzativi per la produzione di energia da impianti eolici e fotovoltaici.
Per la realizzazione di un nuovo Piano Energetico il Paese sta sondando l’incremento di utilizzo di varie fonti di energia rinnovabile, ma dimostra di non essere ancora pronto, poiché ha prolungato la vita di quattro centrali elettriche a carbone per un massimo di due anni.

Il decreto non ha previsto un commissario speciale per fronteggiare l’emergenza energetica e nonostante si sia investito tanto, il piano strategico italiano si dovrà sicuramente dotare di molto di più di uno snellimento burocratico, seppur necessario. Saranno comprese soluzioni tecniche diverse come energia geotermica ed energia eolica, con parchi eolici galleggianti.

Su una cosa sono ormai tutti d’accordo: diversificare l’approvvigionamento di energia rinnovabile è imprescindibile!

Riuscirà l’Italia a vincere questa sfida o perderà un’occasione straordinaria per la transizione energetica?