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Sostenibilità nelle PMI italiane

Il concetto di sostenibilità aziendale è nella teoria economica molto vecchio. Solo le imprese che hanno avuto imprenditori e manager “illuminati”, però, hanno avuto la capacità di analizzare l’interezza dell’azienda che, come ben sappiamo, è un mondo variegato e complesso.

Una cosa è scrivere un libro ed una bella teoria economica, altro è applicarla nella vita di tutti i giorni. Il passaggio dalla teoria alla realtà non è semplice e richiede una capacità di visione d’insieme non comune.

L’azienda è come una persona al centro di un mondo dove le decisioni prese spesso si scontrano con mutamenti non sempre prevedibili e quindi occorre grande flessibilità per garantire la sopravvivenza nella giungla dei mercati.

La sostenibilità aziendale dopo Covid-19

Torniamo un attimo al concetto di sostenibilità delle aziende.

Con l’avvento della pandemia sono venute alla luce tutte le debolezze delle nostre imprese. A partire dal 2021 in molti casi si dovranno utilizzare le poche risorse residue per impostare dei nuovi progetti che consentano la sopravvivenza ed il rilancio delle imprese.

Occorre quindi fermarsi un attimo e rivedere il proprio posizionamento, le proprie strategie, dove si sta andando: in altre parole come rendere sostenibile l’azienda nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

PER APPROFONDIRE: la CSR come leva strategica post-Covid

È difficile in questi momenti trovare la forza per fare un reset, ma è l’unica vera soluzione: uno sguardo solo di breve periodo rischia di far compiere errori ancora più letali di quanto lo sia stata la comparsa del Coronavirus.

Se paragoniamo la vita delle aziende alla vita delle persone scopriamo che le esigenze sono diverse per età, genere, luogo in cui si vive, esperienze, motivazioni, e tanto altro ancora. Non è il caso di generalizzare. Non voglio incorrere anch’io nella politica delle mode passeggere su argomenti del momento, ma fare alcune riflessioni su quelle che sono le analisi perenni da mettere in campo, quelle che non possono mai mancare e che di volta in volta andranno verificate, rielaborate sulla base del momento storico ed economico in cui ci si trova. Sempre da qui bisogna partire.

Come rendere sostenibile un’azienda: 5 passi

  1. Alziamo la testa dal foglio e guardiamo l’azienda veramente nella sua interezza. A volte per le nostre PMI affidarsi ad uno sguardo esterno può essere utile per vedere con altri occhi oltre che con quelli del proprietario.
  2. Inseriamo i temi specifici dell’azienda all’interno del mondo che la circonda per valutarne il posizionamento.
  3. Verifichiamo dove si vuole andare e predisponiamo un percorso e delle alternative.
  4. Valutiamo le risorse con cui possiamo intraprendere il percorso.
  5. Realizziamo il progetto con delle tappe frequenti di controllo, ripartendo dal punto 1.

Bene, questa la teoria. Può sembrare banale, eppure non sempre viene effettivamente messa in pratica: cerchiamo allora di andare un po’ più nel concreto.

Per prima cosa rendiamoci conto che l’azienda non è solo una macchina per fare soldi e dividendi, non è più l’ora dell’imprenditore solo al comando. Una volta si diceva “imprenditore ricco e azienda povera”, una situazione tipica di molte aziende italiane. Ma non più: è giunta l’ora di riequilibrare, ricapitalizzare e rivedere le strategie.

Da dove si parte quindi? Ripercorriamo ed esplicitiamo in azioni e temi pratici i 5 punti precedenti:

  1. Occorre per prima cosa vedere in modo oggettivo lo stato di salute dell’azienda valutando le aree di rischio. È necessario utilizzare gli strumenti che oggi vengono messi a disposizione; noi ad esempio ne abbiamo messo a fuoco uno denominato Re-Up!.
    In sintesi occorre fare una matrice competitiva, valutare lo stato economico finanziario, gli aspetti competitivi e di business, valutare gli aspetti operativi e commerciali, i processi operativi ed i processi di compliance.
    Tutto questo va fatto coinvolgendo le persone che operano nelle diverse aree aprendo ai suggerimenti che possono da loro arrivare.
  2. L’azienda non è un corpo a sé stante. Bisogna quindi procedere a rivedere l’analisi strategica e l’impatto con i temi di sostenibilità ambientale.
  3. Alla luce delle considerazioni che deriveranno dai punti precedenti sarà necessario confrontare le scelte che si intendono portare avanti con gli interessi di tutti gli stakeholders e le risorse disponibili. Occorre avere un vero controllo di gestione, funzionante, testato ed affidabile, per poter vedere gli effetti delle scelte da compiere. Il confronto con i dati numerici reali è indispensabile. È necessario anche far un salto culturale sul tema del controllo di gestione, che è cosa ben diversa dall’analisi della contabilità come ancora molti purtroppo credono.
  4. Nella valutazione delle risorse non si devono considerare solo quelle economiche, ma anche le competenze umane e tecnologiche di cui l’azienda dispone e la sua capacità di attrarne di nuove con le giuste caratteristiche.

Ora vi farò sorridere: sapete come si chiama tutto questo processo che ho cercato di sintetizzare in modo semplice ed informale? RSI o CSR, ovvero Responsabilità Sociale d’Impresa o Corporate Social Responsibility.

Questa teoria economica è particolarmente adatta ai nostri tempi (in effetti lo è a tutti i tempi) perché esalta le capacità imprenditoriali e manageriali mettendo al centro delle attività aziendali, le persone e il territorio in cui opera.

In Italia e in pochi altri Paesi del mondo abbiamo anche una forma societaria ad hoc che il nostro legislatore ha introdotto tra i primi nel 2016, quella della Società Benefit. Il suo scopo, seppur di lucro, è realizzato mettendo al centro il beneficio comune e l’analisi delle necessità di tutti gli stakeholders a 360°.

Conviene occuparsi di RSI

È ormai riconosciuto a livello internazionale che le aziende che hanno intrapreso un percorso virtuoso sui temi della RSI e/o hanno aderito al movimento delle BCorp stiano avendo successo (dal punto di vista economico e finanziario, ma non solo) e stiano acquisendo quote di mercato sempre più importanti. E questo trend è destinato a crescere, in qualsiasi settore l’azienda operi.

Volete farvi un’idea delle Società Benefit in Italia? Ecco l’elenco completo; ne troverete di ogni dimensione e settore. Tutto questo deriva dal fatto che le persone non sono più contente di essere individuate come “consumatori”, ma vogliono riconoscere i propri valori anche nelle loro scelte di vita economica e sociale.

Per testimoniare la sempre crescente rilevanza di questi temi a livello sia italiano sia internazionale, prendiamo ad esempio il sito di uno dei maggiori attori dell’economia mondiale, il fondo BlackRock. Di cosa si parla in lungo e in largo? Di sostenibilità.

Nella situazione (per nulla scontata) in cui l’azienda abbia sotto controllo i propri conti e sia dotata di un moderno controllo di gestione, diventa un fattore competitivo di successo effettuare anche un’analisi di sostenibilità sociale e ambientale.

I temi del cambiamento climatico sono al centro della scena internazionale. Siamo testimoni della più grande rivoluzione mondiale, nata e sostenuta perché ci si è resi conto che l’economia basata sui combustibili fossili che ci ha accompagnato dai primi del ‘900 fino ad oggi, ha creato un enorme disastro in ambito climatico. E se non riusciremo a fare qualcosa entro il 2050, iniziando da subito, andremo incontro ad un disastro economico e sociale senza precedenti.

Europa, U.S.A. e Cina hanno già lanciato i loro programmi economici e di sostegno per i prossimi 10 anni. Quello europeo si chiama Green New Deal UE e per poterne approfittare bisogna iniziare a rivoluzionare le nostre PMI secondo i punti che sopra abbiamo indicato.

Il lavoro da fare è tanto, ma questa è una battaglia che non possiamo perdere, pena la scomparsa dell’industria italiana nel panorama mondiale.